Il contesto

Le violente polemiche scaturite dopo La bestia nera, la documentata inchiesta televisiva di Report, del 23 maggio 2022, sul trentennale della strage di Capaci e il probabile coinvolgimento nell’eccidio di soggetti esterni all’organizzazione mafiosa, mi hanno spinto a fare mente locale e a recuperare alcuni materiali che – a saperli leggere e mettere in relazione tra loro – delineano il contesto in cui avvennero le sanguinose stragi che contribuirono a traghettare l’Italia dalla Prima alla Seconda Repubblica.

Senza entrare nel merito di inchieste giudiziarie ancora in corso, sentenze, depistaggi, mandanti interni ed esterni, ho rimesso insieme alcuni vecchi documenti, apparentemente slegati fra loro, che ben descrivono l’humus dentro cui è maturata la strategia stragista. E siccome c’è un ampio schieramento trasversale negazionista, secondo cui Cosa Nostra avrebbe fatto tutto da sola – dagli omicidi eccellenti di quarant’anni fa, fino alle stragi del 1992-1994 – ho recuperato le parole di Giovanni Falcone sulla «convergenza d’interessi» e i suoi “diari”, in cui aveva annotato i motivi dello scontro col procuratore Pietro Giammanco che lo spinsero ad accettare la proposta del ministro Claudio Martelli di trasferirsi a Roma. E, soprattutto, ciò su cui gli fu impedito di indagare.

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Informazioni su Sebastiano Gulisano

Siciliano, anzi jonico-etneo trapiantato a Roma. Cane sciolto, curioso, giornalista per passione civile (ma questa non è una testata giornalistica - e si vede). Disadattato, ché mi pare che di civile in giro ci sia sempre meno. Sognatore: cioè fesso.
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